Biblioteca civica - Verona           

Biblioteca civica - Verona

Presentazione

Nel 1770, dopo la soppressione del monastero benedettino di San Zeno, la città di Verona faceva istanza al Senato Veneto, affinché la biblioteca della soppressa Abbazia fosse assegnata alla città, "a beneficio e comodo di questi cittadini, che delle belle arti sono amatori e studiosi". I libri di San Zeno, quelli dei Gesuiti, ottenuti in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù, quelli lasciati alla città dal conte Aventino Fracastoro e dal matematico Anton Mario Lorgna, riuniti nell'oratorio del soppresso collegio dei Gesuiti a San Sebastiano, a pochi passi dalla piazza delle Erbe, costituirono il nucleo originario della nuova pubblica biblioteca di Verona, che fu istituita nel 1792, ma aperta al pubblico solo dieci anni dopo, nel 1802.
Durante gli anni della dominazione austriaca, numerosi lasciti e doni accrebbero il patrimonio librario della biblioteca. Tra i lasciti, si ricordano quelli dell'architetto Luigi Trezza, dell'abate Giuseppe Venturi, del naturalista Abramo Massalongo, di Bonifacio Fregoso. Giovanni Battista Carlo Giuliari donò in più riprese la sua ricca raccolta di libri e opuscoli veronesi. Nel 1847, venne acquistata, per 42.000 lire austriache, quella parte della libreria del marchese Paolino Gianfilippi, rimasta a Verona, dopo le vendite all'asta di Parigi del 1842-43. Entrarono in biblioteca circa 17.000 volumi a stampa e 336 manoscritti.
All'indomani dell'Unità, la biblioteca fu ampliata, occupando una parte dell'attiguo ex-convento dei Gesuiti, e furono istituiti gli Antichi archivi veronesi, mentre era bibliotecario Cesare Cavattoni (1835-1872). La "nuova" biblioteca e gli archivi furono inaugurati il 15 aprile 1869. Ai primi del Novecento, sotto la guida di Giuseppe Biadego, bibliotecario dal 1883 al 1921, uomo di alta cultura, in relazione con studiosi di tutta Europa, la biblioteca conobbe una stagione di forte espansione e di stabilità. Nel 1939 la biblioteca ebbe una sede più vasta e decorosa nella ex chiesa di San Sebastiano, che fu distrutta quasi completamente dal bombardamento aereo alleato del 4 gennaio 1945. La biblioteca riaprì dopo la guerra, riutilizzando i vecchi ambienti. La laboriosa questione della ricostruzione si risolse, in parte, con il nuovo magazzino librario, su progetto di P.L. Nervi, edificato nell'area occupata in precedenza dalla chiesa, e che fu inaugurato il 2 giugno 1980. Oggi, dopo venticinque anni, sono iniziati i lavori di restauro per il riutilizzo funzionale degli antichi spazi dell'ex collegio dei Gesuiti .

Fondi manoscritti

Codici:
I manoscritti in volume della Biblioteca Civica di Verona sono oggi circa 3500 (il fondo è in corso di revisione). La raccolta si è formata durante l'Ottocento, assorbendo i manoscritti presenti nelle biblioteche entrate a far parte del patrimonio della Civica per acquisto, dono e lascito. Per numero spiccano i 336 codici provenienti dall'acquisto della biblioteca Gianfilippi nel 1847; i 432 manoscritti, prevalentemente d'interesse veronese, donati a più riprese dal canonico Giambattista Carlo Giuliari a partire dal 1874; gli oltre cento manoscritti della preziosa libreria Campostrini, giunta nel 1909. Negli ultimi anni si è accresciuta principalmente per acquisti sul mercato antiquario.Gli estremi cronologici della collezione coprono i secoli IX - XX.

Carteggi:
Agli inizi degli anni Ottanta, a causa del trasferimento di tutti i materiali documentari dai vecchi locali del collegio dei Gesuiti al moderno magazzino librario, si rese necessario razionalizzare la collocazione dei carteggi, degli archivi personali, delle carte sciolte e degli autografi conservati in busta. Le numerose serie presenti venivano individuate, fino a quel momento, sulla base del nome del titolare del fondo o di un nome di comodo, con numerazioni autonome fondo per fondo, non di rado fonte di equivoci ed errori. Per porvi rimedio, fu deciso di ricorrere ad un'unica serie, distinta da numeri progressivi arabi, che consentisse un riferimento univoco alle singole buste, lasciando inalterati e uniti fisicamente i singoli fondi. Denominata sinteticamente "Carteggi", per poterla distinguere dai manoscritti in volume, la nuova serie accolse anche i materiali dispersi o sconosciuti venuti alla luce durante il lavoro di riordino.
Attualmente la serie dei Carteggi comprende oltre 1600 buste, per un totale stimato di circa 100.000 pezzi. Nella serie sono compresi lettere originali, documenti personali, poesie e prose d'autore, abbozzi, studi, copie di documenti antichi, disegni, carte sciolte ed altro dei secoli XVI-XX.
Non fanno parte della serie tutte le carte donate dalla vedova dello scrittore di libri d'avventura Luigi Motta, il Centro di documentazione sulla poesia contemporanea, intitolato al poeta veronese Lorenzo Montano, l'archivio di Giuseppe Turcato, importante per la raccolta salgariana, e l'archivio di Lionello Fiumi, relativo alla poesia e alla letteratura del primo Novecento, conservato nell'omonimo Centro Studi Internazionale.
Tra i fondi della serie carteggi si segnalano: Aleardo Aleardi (57 buste), Giovanni Arduino (10 buste), Pietro e Girolamo Ballerini (44 buste), Cesare, Vittorio, Gianfranco Betteloni (47 buste), Bevilacqua-La Masa (92 buste), Carlo Cipolla (96 buste), Giuseppe Fraccaroli (54 buste), Giovanni Battista Carlo Giuliari (47 buste), Anton Mario Lorgna (21 buste), Abramo Massalongo (23 buste), Angelo Messedaglia (64 buste), Luigi Messedaglia (50 buste), Ettore Scipione Righi (23 buste), Giovanni Scopoli (41 buste), Bartolomeo Sorio (21 buste), Isabella Teotochi Albrizzi (10 buste).

Strumenti

Manoscritti:
Catalogo alfabetico per autore, a schede
Catalogo alfabetico per materia, a schede
Catalogo inventario per ordine di numero, a registro
G. Biadego, Catalogo descrittivo dei manoscritti della biblioteca Comunale di Verona, Verona 1892. Le descrizioni offerte dal Biadego, seppur limitate a 1300 manoscritti e invecchiate dal punto di vista codicologico, sono, tuttavia, ancora di grande utilità, e costituiscono lo strumento principale per accedere alla consultazione dei manoscritti. Si tenga presente che il Biadego attribuisce ai manoscritti un proprio numero d'ordine progressivo e mette tra parentesi quadre la collocazione effettiva: quest'ultima soltanto deve essere utilizzata per la richiesta di consultazione dei manoscritti.
F. Riva, Della libreria di G.A. Campostrini e di una ventina di manoscritti passati alla Comunale veronese, in "Atti e Memorie dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona", VI serie, 4 (1952-53), 139-157.
G. Tamani, Manoscritti ebraici nella Biblioteca Comunale di Verona, in "Rivista degli Studi Orientali", 45 (1970), 217-243. Sono descritti 24 codici dei secoli XIV-XIX.
Miniatura veronese del Rinascimento, a cura di Gino Castiglioni e Sergio Marinelli, Verona 1986. Sono descritte le miniature di 19 manoscritti e 6 incunaboli della Biblioteca Civica di Verona.

Carteggi:
Catalogo generale a schede alfabetico dei mittenti
Inventari analitici di alcuni fondi

Fondi catalogati in NBM

250 manoscritti non presenti nel catalogo a stampa del Biadego.

Bibliografia

G. Biadego, Storia della Biblioteca Comunale di Verona con documenti e tavole statistiche, Verona 1882.
F. Riva, La biblioteca civica di Verona ieri e oggi Verona, Verona 1998 (1a ed. 1981).
Mille anni di libri. Un possibile percorso fra i tesori della Biblioteca Civica, Verona 1993.

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Indirizzo

Via Cappello, 43
37100 Verona
Tel. 045-8079710 (centralino), 045 8079718 - 045 8079726 (ufficio manoscritti e rari)
Fax 045 8079727
E-mail:
civica @ comune.verona.it

Referenti

Dirigente: dott. Gabriele Ren

Funzionario delegato:
Agostino Contò

Referenti per manoscritti e rari:
Marco Girardi
Laura Minelle

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