Nani, Giacomo           

Scheda antica biblioteca

Scheda antica biblioteca
Nome Nani, Giacomo
Descrizione
La collezione di marmi, statue e manoscritti di casa Nani, a San Trovaso, fu una delle più rinomate e preziose nella Venezia del Settecento, liberalmente aperta agli studiosi e agli amici. I fratelli Bernardo (1712-1761) e Giacomo (1725-1797) si dedicarono al collezionismo. Il primo godette di un lascito del cugino Giacomo da Riva. Il secondo, destinato dal padre alla carriera del mare, mise a frutto i propri viaggi in Dalmazia, Istria, Peloponneso e Levante, per occuparsi di scavi archeologici e acquisti di antichità. I codici furono scelti fra i più rari, preziosi, antichi e decorati presenti nel mercato. Né mancarono gli studi, e le raccolte librarie furono dotate di cataloghi a stampa redatti da specialistici e dedicati ai codici greci, italiani, latini, orientali ed ebraici: Jacopo Morelli, Codices manuscripti latini Bibliothecae Nanianae a Jacopo Morellio relati. Opuscola inedita accedunt ex iisdem deprompta, Venetiis, typis Ant. Zattae, 1776; Jacopo Morelli, I codici manoscritti volgari della Libreria Naniana. S'aggiungono alcune operette inedite da essi tratte, Venezia, nella stamperia d' Antonio Zatta, 1776; Giovanni Luigi Mingarelli, Graeci codices manuscripti apud Nanios patricios venetos asservati, Bologna, Lelio Dalla Volpe, 1784; Giovanni Luigi Mingarelli, Aegyptiorum codicum reliquiae Venetiis in Bibliotheca Naniana asservatae, Bologna, Lelio Dalla Volpe, 1785; Simone Assemani, Catalogo di codici manoscritti orientali della Biblioteca Naniana, Padova, Stamperia del Seminario, 1787-1792. Il catalogo dei codici ebraici restò manoscritto ed entrò nelle collezioni marciane come Lat. XIV, 163 (=4567): Giovanni Battista Gallicciolli, Catalogus codicum hebraicorum bibliothecae Nanianae.
Nel testamento di Giacomo la collezione di codici e di monete cufiche fu destinata alla Libreria di San Marco. Tuttavia, la donazione ebbe subito effetto solo per i codici ebraici, mentre bisognò attendere tre anni perché fosse sciolta l'opposizione della vedova Moceniga Vendramin, e l'intera collezione giungesse alle collezioni pubbliche, nel 1800. Furono consegnati 2 manoscritti francesi (descritti nel catalogo dei manoscritti volgari), 309 greci, 127 latini, 164 italiani, e 116 nelle varie lingue diverse 'orientali' e in particolare in arabo, copto, persiano, siriaco e turco. Tra questi ultimi si segnala la collezione di frammenti cufici acquistata da Antonio Cocchi e descritta da Mingarelli.
Bibliografia sommaria: Marino Zorzi, La Libreria di San Marco, Milano 1987, pp. 309-311; Venetiae quasi alterum Bysantium. Collezioni veneziane di codici greci dalle Raccolte della Biblioteca Marciana a cura di Marino Zorzi, catalogo di mostra, Venezia 1993, pp. 97-108 .

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