Convento di San Daniele - Lonigo           

Convento di San Daniele - Lonigo

Presentazione

La presenza dei Frati Minori Osservanti a Lonigo è attestata in alcune disposizioni testamentarie risalenti al 1437. La Rinascita della comunità, nel 1891, per interessamento di don Domenico Toffanin da Lonigo e del Padre Provinciale Serafino da Bollentina permise che il convento divenisse sede di noviziato e poi di un istituto scolastico ad indirizzo filosofico e teologico. Per tale motivo esso ha sempre posseduto due distinte biblioteche, quella propria del Convento, con oltre 17.000 volumi, formatasi a partire dalla prima metà dell'800 e catalogati per materia, tra i quali troviamo sezioni di: Agiografia, Ascetica, Cristologia, Eloquenza profana, Filosofia, Geografie-etnografie-guide, Letteratura italiana, Mariologia, Pastorali-Lettere pastorali, Scrittura sacra, Teologia dogmatica, Apologetica, Bibliografie, Dizionari-bibliografie-vocabolari, Eloquenza sacra-panegirici, Franciscalia, Istituti vari, Letteratura straniera, Missionologia e Terra Santa, Pedagogia, Ecclesiatica, Teologia morale, Arti belle-scienza-miscellanea, Biografie, Eloquenza, Eloquenza sacra quaresimale, Funeralia, Diritto canonico e civile, Liturgia, Ordini religiosi e cavallereschi, Periodici, Storia profana. E la seconda, quella destinata alla formazione degli studenti del Liceo, contenente circa 1.500 volumi ad uso scolastico. E' utile ricordare che il fondo dei libri antichi è conservato in quella del Convento. Il fondo librario è probabilmente composto da 13 incunaboli, tra cui vi sono alcune opere di Ioannes Scotus Duns Ioannes Scotus novissime cum emendatissim codice parisino castigatus; additis responsionibus ad argumenta, et annotationibus opinionum diversorum auctorum; ac etiam textuum commentatorum Aristotelis, necnon textum Magistri Sentemtiarum, del 1497; san Bonavetura S. Religiosi Bonaventurae Ordinis Minarum, veritatis theologiae professoria eximii, sacraque apostolicae Sedis Cardinalis Super Secundo Sententiarum del 1477; Sfera Ambrosio Quadragesimale de floribus sapientiae del 1485; Antonio de Bitonto Sermones dominicales per totum annum del 1492; Nicolaus Panormitanus Super quarto et quinto Decretalium del 1492; san Tommaso Super quartum librum Magistri Sententiarum del 1497, De Bustis Bernardinus Sermonarium de exellentiis gloriosae Virginis Mariae, quod Mariale appellatur del 1498; Dyonisius De situ orbis habitabilis. Traductio eloquentissimi viri Antonii Bechariae del 1499 sant'Agostino Sermones ad Heremitas et nonnulli ad sacerdores suos et ad aliquos alios del 1495.
Delle edizioni, sono altresì presenti circa: 336 volumi del Cinquecento, 663 del Seicento, 2.031 Settecentine, 9.008 Ottocentine, 5.620 Novecentine.
Un manoscritto, risalente probabilmente agli anni tra il 1476 e il 1500, è composto da 36 carte. Quelle comprese tra la prima e la tredicesima, quelle tra la ventiquattresima e la trentaseiesima sono membranace; dalla quattordicesima alla ventitreesima sono cartacee. Il testo è vergato da un'unica mano, in scrittura umanistica. Delle prime nove carte, intitolate De preparazione animi ad contemplationem liber dictus Benjamin minor è autore Richardus de Sancto Victore (1110-1173). Altrettanto dicasi per le carte dalla 9r alla 15r dal titolo identificativo Tractatus de quattuor gradibus violentae charitatis. Della seconda parte di carte, ovvero dalla 16r alla 36v l'autore è Franciscus de Maironis (1285ca-1328ca), il cui titolo identificato è Flores beati Augustini extracti extracti per veritates ex libris de civitate Dei. La decorazione è composta da iniziali semplici filigranate. Nel 2008 tutto il manoscritto è stato restaurato e rilegato.

Un nucleo ricco e di grande pregio liturgico musicale comprende 15 Corali, risalenti ad anni compresi tra il 1451 e la piena età moderna.
Il Corale 1 è un Salterio-Innario del Settecento: sulla carta 1r compare il titolo Choro diurnum Psalterium Patrum Reformatorum Sancti Petri Viminari Dicatum. Quod, iubente admodum reverendo Patre Ludovico à Bagnolis, ac iterato Ministro Provinciali. Frater exaravit ab Innocentio Ampitio dum tyrocinium ponebat suum Patavii, die 27 mensis Maii 1711. Esso tramanda la celebre antifona mariana Ave regina coelorum sulla carta 86v, testo da cantare alla fine della Compieta. Il testo dell'antifona, di autore anonimo, probabilmente del secolo XII, è composto da coppie di ottonari a rima baciata.

Il Corale 2 è un Antifonario notturno datato tra il 1451 e il 1500. Sulla carta 1r è presente il titolo Nocturnum Officium pro tribus feriis maioris hebdomandae: in feria quinta in coena Domini feria sexta in Parasceve et sabato Sancto. Il primo canto era il motto del sacerdote e musicologo Laurence Feininger (1909-1976); il testo è tratto dal Salmo 69, versetto 10, richiamato da Giovanni evangelista (Gv 2, 17) in relazione all'episodio della cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme da parte di Gesù. L'antifona è prescritta liturgicamente in apertura del mattutino del Giovedì santo (Feria quinta in coena Domini) come primo canto del solenne triduo che conclude la Settimana Santa.
Il Corale 3 datato 1623, carta 104v, è un Kyriale-Prosario e si apre con l'antifona per l'aspersione dell'acqua benedetta Asperges me, Domine; il testo è un versetto del Salmo 50, il Miserere "Purificami con issopo e sarò mondo, lavami e sarò più bianco della neve"; l'intonazione musicale accentua il carattere di supplica. Il Kyriale presenta molti Credo in canto fratto che sono posti all'interno dei cicli di Ordinarium; tramanda alcune sequenze ( da c. 82r ), il Proprium della Messa per la Concezione di Maria con l'introito Egredimini et videte filiae Syon (c. 91v) e, nelle carte finali ( 97r-104v ) scritte da una mano seriore sulla rasura di un precedente Te Deum laudamus, si leggono due Credo in canto fratto e un Kyrie con la rubrica In solemnitatis sanctorum nostri Ordinis. Il primo Credo reca l'appellativo ‘Tripola', che si riferisce al metro ternario e danzante della composizione. Alla voce scritta sul libro è stata aggiunta una seconda voce grave di contrappunto, nota contro nota, secondo lo stile largamente diffuso in altri conventi francescani coevi, dove non era utilizzato l'organo.

Il Corale 4, databile tra il 1776 e il 1800 è un Graduale-Kyriale cartaceo, eseguito da un'unica mano in scrittura gotica corale; altre quattro mani hanno posto aggiunte al testo.

Il Corale 5, carta 243v è un Innario. Dal punto di vista storico, risulta importante la nota sulla medesima, perché vi si afferma che il codice fu fatto eseguire a Mantova, nel 1469, per volontà di Giacomo da Montaldo, il quale lo destinò al Convento di San Francesco del Deserto. La commissione costò 40 ducati: "Hoc locum Sancti Francisci de Deserto, ex iussione venerabilis p (atris) VI (carii) provinciae fecit scribi fr (ater) Jacobus de Montaldo Mantuae 1469, fuit omnium cuius summa expensarum Duc (atum) 40". Un'altra nota, nello spazio sopra il testo, della stessa mano, riporta "Johannes de Gadio de Cremona scriptum". Sul dorso della legatura c'è un'etichetta con la vecchia segnatura "XII L 4".

Il Corale 6 è un Antifonario del 1532. Contiene il Commune sanctorum e alcune antifone dei santi; tramanda anche (c. 77v-78r) l'antifona Franciscus vir catholicus, la quale apre il celebre Ufficio ritmico di san Francesco composto da Giuliano da Spira intorno al 1230. Questa e l'antifona Iam sanctæ Claræ claritas, dal punto di vista musicale, sono identiche: l'Ufficio di santa Chiara deriva totalmente le intonazioni musicali dal precedente Ufficio di san Francesco, cambiando solo il testo.

Il Corale 7, la data stimata è tra il 1451 e il 1475, da carta 1r a 127r è un Salterio-Innario; dalla 127v alla 129r è un Invitatoriale. ll codice originale è in pergamena con aggiunte cartacee datate 1907 da carta 113r a 129r.

Il Corale 8 è un Breviario, stimato ad anni compresi tra il 1476 e il 1500. Il nucleo originale è pergamenaceo e le aggiunte cartacee, del 1907, comprendono le carte 1-3, 19, 71, 161-164. Si tratta di un Breviarium che risulta essere la continuazione del Corale 9. Il testo inizia con: In manu tua Domine omnes fines terre … e si conclude: sed nos pius tunc protegat. Virtus honor laus.

Il Corale 9, risalente a un periodo tra il 1476 e il 1500, ha il nucleo originale pergamenaceo; i fogli 132, 138-140 sono stati aggiunti nel 1907, in carta. Il testo risulta essere completamento delle carte originali che sono cadute. Il Breviario inizia con: Primo die quo trinitas beata mundum … e si conclude con: a morte dira criminum vitae renatos libera.

Il Corale 10 è un Antifonario festivo che riporta, nella seconda carta di guardia anteriore, l'anno 1724. Fu scritto da Padre Francesco Franco Maria da Bergamo per il Convento di San Pancrazio di Ponte di Barbarano in provincia di Vicenza, dove era definitore provinciale Padre Lorenzo Ludovico Pilan da Grossa. Il possessore originale era il Convento di San Pancrazio ( Ponte di Barbarano ) come riporta la nota sul recto della prima carta di guardia: Antiphonarium complectens tam proprium de tempore, accomandatum proprium quam Sanctorum pro Conventu Sancti Pancratii Barberiani, mensium trium exaratum tempore à Patre Francisci Franco Maria de Bergomo, cura et industria admodum Patre Venerando Laurentii.

Il Corale 11 di Lonigo è un Antifonario dei santi la cui sezione principale (cc. 1-125) è stata copiata nel 1598, secondo quanto si evince dalla sottoscrizione del copista nell'ultima carta: "Scriptus a fratre Paulo a Motha ordinis minorum regularis observantiae 1598. Pertinet ad locum Sancti Blasii Vicentiae". Nelle carte finali si trovano aggiunte alcune antifone per la festa della Visitazione, di datazione poco posteriore al corpo principale del codice. L'antifona che apre questa sezione è Beata es Maria, preceduta dalla rubrica In festo Visitationis beatae Mariae in primis Vesperis ad Magnificat antiphona (c. 127v).

Il Corale 12 di Lonigo è un Innario del tardo Ottocento che nelle carte finali contiene aggiunte di antifone mariane. Una di queste è il Regina caeli. La melodia è quella tradizionale ornata (la più nota versione in tono semplice è sillabica e priva dei melismi), saldamente impiantata in una sorta di moderno fa maggiore. L'antifona, destinata ad essere cantata dopo Compieta nel tempo di Pasqua, possiede un testo gioioso, intercalato da quattro Alleluia che ne interrompono il senso, a sottolineare la prorompente letizia.

Il Corale 13 di Lonigo è un manoscritto composito del primo Seicento; raccoglie nella stessa legatura frammenti di diversa datazione e provenienza, talvolta anche con formati di pagina diversi. Dopo un breve Kyriale di quattro carte segue un frammento di Innario (con pagine numerate da 21 a 78) e altri due frammenti di Kyriale (ripettivamente di 9 e 17 carte) seguiti da una sezione prevalentemente in canto fratto, di diverse mani. Essa contiene anche antifone mariane a tre voci (Tota pulchra, Regina coeli, Ave Regina, Salve Regina), due Si queris miracula per s. Antonio da Padova e ben tredici diverse intonazioni del Tantum ergo a tre voci. Dimostrano lo stile della polifonia semplice in uso a Lonigo e in molti altri conventi non solo del Veneto.
Tota pulchra deriva l'attacco testuale dal Cantico dei Cantici, ma qui si trasforma subito in preghiera popolare con accenti litanici. L'intonazione musicale sottolinea la semplicità del testo e la sua cadenza, da Rosario popolare, alternando versetti solistici destinati a due cantori (di solito per terze) a ripetizioni amplificate degli stessi versetti (o della loro espansione) da parte del coro, produce effetti di grande suggestione, pur attraverso un linguaggio semplicissimo e armonicamente povero. Il testo del Tantum ergo è derivato da un più ampio inno eucaristico scritto da san Tommaso d'Aquino per la celebrazione della solennità del Corpus Domini (festa introdotta a Liegi nel 1246 ed estesa a tutta la Chiesa cattolica nel 1264 da Urbano IV) e cantato anche il Giovedì santo e nelle adorazioni eucaristiche. Sono infatti le ultime due strofe del Pange, lingua, gloriosi corporis mysterium.
Gli ultimi due corali, segnati 14 e 15 sono dei Graduali-Kyriali, vergati rispettivamente nel 1533 e nel 1535; furono in uso per qualche tempo nel convento di San Bernardino di Verona. La lettera prefatoria reca l'intestazione: Frater Franciscus de Brugis ordinis Minorum Observantium. Essa è la premessa all'edizione del Graduale stampata a Venezia da Luc'Antonio Giunti nel 1499-1500 e curata dallo stesso Franciscus de Brugis. Il contenuto presenta il Credo Cardinalis nella sua veste musicale cinquecentesca ricostruita, con la secundatio per i versetti dispari e l'introduzione delle alterazioni necessarie della musica ficta.

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I manoscritti del Convento sono conservati presso la Biblioteca di San Francesco della Vigna di Venezia

Indirizzo

Convento di San Daniele
Via San Daniele, 58
36045 Lonigo (VI)
Tel. 0444.830085
Fax 0444 438965

Referenti

p. Antonio Furlato

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